The Family Man – Il Film

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Questa è la storia di Jack Campbell, uno squalo di Wall Street ricchissimo e spregiudicato, che vive in un attico a New York, circondato da bellissime donne, e che guida una Ferrari.
Ma questa è anche la storia di Jack Campbell, un venditore di pneumatici del New Jersey, sposato con Kate Reynolds, una bella donna che fa l’avvocato no profit e che ha due bellissimi figli: Annie e Josh.
13165558Chi ha dimestichezza con i film di Natale avrà riconosciuto in questi due incipit alternativi i plot point principali del film The Family Man di Brett Ratner, che dal 2000, anno della sua uscita, è diventato un classico/tormentone del periodo natalizio. Il film vede come protagonisti Nicolas Cage, perfetto nel ruolo di uno stralunato ed incredulo Jack Campbell, e la sempre brava Téa Leoni, nel ruolo di una mamma forte e della appassionata compagna Kate Reynolds, oltre ad altri attori come Don Cheadle, nel ruolo di Cash, e Josef Sommer in quello di Peter Lassiter, il capo e mentore del Jack finanziere.
La storia è questa: il giorno precedente ad un’importantissima fusione da 130 miliardi di dollari il finanziere Jack Campbell, che ha indetto una riunione straordinaria per il giorno di Natale, riceve una chiamata dalla sua ex fidanzata Kate, che aveva lasciato 13 anni prima per andare a studiare economia a Londra. Rientrando a casa sua Jack fa una sosta in un negozio dove sventa un litigio fra un cliente, Cash, che pretende i soldi di una vincita alla lotteria, ed il proprietario che non vuole darglieli: quando Cash tira fuori una pistola, Jack si offre di risarcire lui quel biglietto vincente. Il mattino dopo Jack si risveglia in una casa non sua, con accanto la sua ex fidanzata Kate, due figli ed una vita che non gli appartiene. In preda al panico e totalmente spaesato, il nostro protagonista cerca di tornare al suo attico ed al suo ufficio, ma da entrambi viene cacciato perchè non riconosciuto dal portiere e dai suoi colleghi e superiori. Mentre vaga stralunato per le vie di New York, rincontra Cash, che sta guidando la sua Ferrari; questi gli offre un passaggio e gli spiega ciò che sta succedendo. Cash racconta a Jack che lui è un angelo e che gli sta offrendo “un’occhiatina” in quella che sarebbe stata la sua vita se lui 13 anni prima non avesse preso quell’aereo per Londra e fosse rimasto ed avesse sposato Kate.
Il film rappresenta il classico clichè dell’arido uomo d’affari che sacrifica sentimenti, famiglia ed amore sull’altare del ibackspegeln4successo e dell’affermazione professionale. Certo, il mondo della finanza ad altissimi livelli richiede tanta dedizione e lavoro, una certa dose di cinismo e spregiudicatezza, ma Jack che organizza la riunione straordinaria il giorno di Natale pare una forzatura esagerata anche per un avido e ricchissimo personaggio dei fumetti come Zio Paperone, figuriamoci per un personaggio in carne ed ossa.
Detto questo, però, ci sembrano sterili alcune critiche che il film ha ricevuto negli anni: lo si è accusato di narrare una storia troppo melensa, ma si tratta in definitiva di una commedia per Natale e per famiglie; si è detto che, potendo scegliere, tutti noi avremmo preferito essere il Jack Campbell uomo d’affari con tanto di modelle disinibite come partner, una Ferrari, seppure senza amici, piuttosto che un Jack Campbell padre di famiglia, sposato (anche se con la splendida Tèa Leoni), un lavoro ordinario e degli amici sinceri… ma il film pone l’accento su una realizzazione personale più autentica, spirituale, completa, se si vuole, dove una famiglia unita, due splendidi figli e una moglie appassionata ed altruista (infatti fa l’avvocato no profit) ed una piccola comunità molto coesa rappresentano alla fine, per il Jack uomo d’affari, la vera ed unica vita possibile. D’altronde le statistiche ci dicono chiaramente che la depressione ed i suicidi sono molto più frequenti fra i professionisti di alto ed altissimo livello che fra i lavoratori appartenenti al ceto medio.

1242032129955Il film, insomma, si interroga, ma sopratutto, ci interroga su quello che la vita, una vita piena, ed il Natale,un Natale autentico, dovrebbero significare per noi. La Grande Crisi che stiamo attraversando ci ha reso tutti quanti più sensibili verso le nostre priorità e verso i nostri valori; internet, oltre ai problemi di privacy, ci sta insegnando che concetti come comunità, economia, energia, società sono sempre più spesso scelte ed opzioni nient’affatto individuali, ma partecipate, condivise e letteralmente democratiche. La povertà, la disoccupazione ed il fatale quanto inevitabile restringimento delle nostre prospettive sul futuro, ci stanno riportando, tutti quanti, a riscoprire quel concetto, caduto in disgrazia negli ultimi 20 anni della nostra storia, di famiglia, intesa non solo come quella nucleare, ma anche nella sua accezione più ampia di amicizia, comunità, cittadinanza e umanità.
Per concludere, questo film, che noi di Smart Marketing vi consigliamo di vedere e/o rivedere, si ispira e ribalta la trama di un altro classicissimo di Natale, quel “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, che dal 1946 rappresenta il vero tormentone natalizio e non solo per gli americani.
Ma a ben vedere in entrambi si vede in controluce la storia senza tempo di “Canto di Natale” di Charles Dickens, scritto nel lontano 1843 nel mezzo esatto fra la Prima e la Seconda Rivoluzione Industriale, periodo pieno di trasformazioni sociali ed economiche, per certi aspetti assai simile a quello che stiamo vivendo.the-family-man-2
La storia del tirchio, cinico e misantropo Ebenezer Scrooge, che vessa il suo dipendente Bob Cratchit e che la notte della vigilia di Natale viene visitato in sogno da tre fantasmi (lo spirito del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro), facendogli riscoprire la magia e l’importanza della solidarietà e della famiglia. Una storia che assomiglia non poco a quella di Jack Campbell, al quale Cash angelo/spirito di un Natale presente ed alternativo mostra cosa dovrebbe significare una vita che merita di essere vissuta.
Allora, illuminato dalla luce del racconto di Dickens, The Family Man risplende di nuovi significati e ci chiarisce a sua volta le parole del grande Oscar Wilde quando affermò: “La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”.

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