Nella maggior parte dei casi è la critica cinematografica a stilare una lista delle migliori pellicole del cinema, siano esse riferite ad un genere, magari divisi per nazionalità, o ad un particolare filone cinematografico ecc ecc. Ma il cinema, è fatto soprattutto, dal pubblico del cinematografo che ha affollato le sale nel corso degli anni, e che ha decretato il successo di attori, registi e di pellicole entrate nell’immaginario popolare. Tutto ciò avvenne anche in Italia, e dai dati ufficiali, vigenti dal 1946 in poi, possiamo desumere le pellicole campioni di incassi, anno per anno, quelle per intenderci che al giorno d’oggi avrebbero vinto il “biglietto d’oro”, per il maggior incasso dell’annata, che come ovvio va dal 1 Gennaio al 31 dicembre, partendo dal primo giorno di uscita nelle sale. In questo elenco di film, fatto dal pubblico, e non dalla critica, specializzata o meno, ci sono titoli famosi, che hanno oltrepassato le epoche, ma anche film curiosi, inusuali, alcune volte comici, alcuni drammatici.
Gli attori più presenti in questa lista, sono un po’ il top del cinema nostrano, segno che il pubblico, non è poi così sprovveduto o leggero, come per anni cotanta critica specializzata ci ha fatto, erroneamente, intendere. Mastroianni, De Sica e addirittura Celentano comandano questa curiosa classifica, seguiti a ruota da Manfredi, Troisi, Gassman, Tognazzi, la coppia Bud Spencer & Terence Hill, Sordi, la Mangano, Totò, Macario, Rascel, Cervi, Benigni, Moschin, Montagnani, Pieraccioni e la lista potrebbe ancora continuare. Detto ciò ricordiamo anche che diversi film incassarono ben più di quel “poco” che sarebbe bastato a rendere l’investimento remunerativo; incassarono, in altre parole, molto, anzi moltissimo in assoluto.
Si pensi a tal proposito alla coppia Franchi & Ingrassia, che nei soli anni ’60, pur non avendo mai avuto nessun film campione di incassi, da soli rappresentarono il 10% degli incassi di Cinecittà del decennio; oppure a Totò, a Rascel, a Peppino De Filippo o a Nino Taranto sempre costantemente ai primi posti come gradimento del pubblico. Ecco quindi, l’elenco dettagliato dei film campioni di incassi nelle sale, dal 1946 al 2017 (N. b. seguiranno aggiornamenti). Non è possibile desumere incassi precisi, prima del 1946, perché fino ad allora in Italia mancava una vera e propria banca dati, un vero e proprio archivio che registrasse i dati pellicola per pellicola.
N. b. in alcuni casi per annata sono segnalati due film, sia per l’esigua distanza di incassi l’uno con l’altro, sia perché poteva capitare che un film non campione di incassi in Italia, con gli introiti del mercato internazionale poteva raggiungere o anche superare gli incassi del film primatista nelle sale nazionali. Si badi bene inoltre, che il valore degli incassi di anno in anno tende a salire, per via dell’inflazione e dell’aumento di valore della Lira, per cui non è possibile una comparazione veloce sugli incassi, se non tramite complessi calcoli matematici.
Quel che interessa in questo saggio, è comunque annotare il film o i film campioni di incassi annata per annata, pietre miliari assolute del nostro cinema.
1946: Aquila nera- di Riccardo Freda. Con Gino Cervi e Rossano Brazzi. Adattamento riuscito del racconto Dubrowskij di Aleksan Puskin. 195 milioni di lire di incasso bastarono per diventare il film più visto di quell’annata.
1947: Come persi la guerra- di Carlo Borghesio. Con Macario e Vera Carmi. Curioso ritratto antiretorico del soldato nazionale, coraggioso suo malgrado, a cui la comicità stralunata di Macario aggiunge un tocco di surreale pacifismo. Quasi 300 milioni di lire incassati in Italia, e se si somma il mercato estero gli incassi raggiungono l’incredibile somma di 808 milioni di lire incassati, risultati per l’epoca strepitosi.
1948: Fifa e arena- di Mario Mattoli. Con Totò e Isa Barzizza. Grande successo per il secondo film del sodalizio Mattoli-Totò. Numerosi momenti di puro delirio totesco con dialoghi genialmente surreali. Incassi di 391 milioni di lire a fronte di più di 4 milioni e mezzo di presenze in sala.
1949: Catene- di Raffaello Matarazzo. Con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Inaspettato record d’incassi della stagione, con la mostruosa cifra di 735 milioni di lire di incasso, il film lanciò il nome di Matarazzo come quello di autentico maestro del melodramma all’italiana.
Napoli Milionaria- di Eduardo De Filippo. Con Eduardo De Filippo, Leda Gloria, Totò e Titina De Filippo. Tratto dalla omonima commedia teatrale, il capolavoro di Eduardo offre uno specchio che ha il potere di riflettere una realtà alterata dagli individui e dietro la quale si annida il vuoto più profondo. Rinvigorito anche dalla presenza di Totò, affianco all’amico e collega Eduardo, il film sul mercato nazionale incassa 446 milioni di lire ( il secondo incasso dell’annata), però nettamente al primo posto se si considera il mercato internazionale. Tutto ciò grazie al grande successo che la commedia aveva ottenuto al festival di Cannes. L’enorme consenso internazionale contribuì a far conoscere l’opera di Eduardo anche fuori d’Italia.
1950: L’imperatore di Capri- di Luigi Comencini. Con Totò e Mario Castellani. Pellicola di grande successo con Totò esilarante nei panni del dandy, alle prese con rocambolesche avventure sull’isola dell’amore. Oltre 400 milioni di lire di incassi.
1951: Io sono il Capataz- di Giorgio Simonelli. Con Renato Rascel e Luigi Pavese. 450 milioni di lire di incassi e la stella cinematografica di Rascel, da questo momento in poi, splenderà luminosa. Esilaranti le avventure di Rascel tra equivoci e peripezie varie, in un folkloristico sud America.
1952: Don Camillo– di Julien Duvivier. Con Fernandel e Gino Cervi. Successo di pubblico senza precedenti: 1 miliardo e mezzo di incassi, 12 milioni di biglietti venduti nelle sale. Fernandel nei panni di Don Camillo e Gino Cervi in quelli di Peppone entrano nella leggenda. Film e personaggi epocali, con quattro seguiti, nati dalla sagace penna di Giovannino Guareschi.
1953: Pane, amore e fantasia- di Luigi Comencini. Con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. 2 miliardi di incassi e quasi 14 milioni di biglietti venduti, per uno dei film più famosi e più visti della storia del cinema italiano. Indimenticabile Vittorio De Sica nei panni del maresciallo dei carabinieri; ed anche la Lollobrigida, consacrata da questo film a ruolo di star. Tre seguiti.
1954: Ulisse- di Mario Camerini. Con Kirk Douglas e Silvana Mangano. Dall’Odissea di Omero, il film italiano più costoso del dopoguerra, prodotto da Ponti-De Laurentiis. Kirk Douglas è Ulisse, SIlvana Mangano interpreta invece, sia Penelope che la Maga Circe. Gli incassi sfiorano i 2 miliardi di lire, in Italia è leggermente sotto al contemporaneo “Pane, amore e gelosia”, anche se con il mercato americano, lo stacca nettamente.
Pane, amore e gelosia– di Luigi Comencini. Con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Il seguito delle avventure del maresciallo dei carabinieri e della bella “bersagliera”, ancora sostenuto dall’umanissimo umorismo di De Sica e dalla popolare avvenenza della Lollo. Talmente richiesto dal successo di pubblico del precedente film che inizia esattamente dove finiva l’altro. E gli incassi aumentano: 2 miliardi e 300 milioni incassati. Primo incasso della stagione sul mercato nazionale, superato con gli introiti del mercato internazionale dall’Ulisse di Ponti e De Laurentiis.
1955: Pane, amore e…- di Dino Risi. Con Vittorio De Sica, Sophia Loren e Antonio Cifariello. Terzo film della serie, la novità è la sostituzione della Lollobrigida con la Loren, sua mortale nemica nell’immaginario cinematografico nazionale. Sullo sfondo di una Sorrento mozzafiato, De Sica continua ad incantare, prendendo in giro l’irriducibile gallismo nazionale. 1 miliardo e mezzo di incassi, in calo rispetto ai primi due della serie, ma sufficienti per essere incoronato per il terzo anno di fila, campione di incassi del cinema italiano.
1956: Poveri ma belli- di Dino Risi. Con Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio, Alessandra Panaro e Lorella De Luca. Un film che ormai fa parte della storia del nostro cinema: dialettale, giovanilmente scanzonato, divertente, che piacque molto al pubblico: un miliardo di incasso al botteghino, due seguiti. Uno dei capostipiti della commedia all’italiana. I cinque attori, poco conosciuti fino ad allora, passarono subito alla notorietà.
1957: Belle ma povere- di Dino Risi. Con Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio, Alessandra Panaro e Lorella De Luca. Il successo di Poveri ma belli impone un seguito, che conferma lo spirito scanzonato del primo episodio e soprattutto l’indovinata fusione tra ambiente popolaresco e aspirazioni piccolo-borghesi. Inalterato il quintetto di attori, leggermente in calo gli incassi: 808 milioni di lire, comunque sufficienti per essere il film più visto dell’anno.
Arrivederci Roma– di Roy Rowland e Mario Russo. Con Renato Rascel, Mario Lanza e Marisa Allasio. Ispirato alla omonima canzone rasceliana e realizzata in co-produzione dalla Titanus con l’americana MGM, la pellicola incassa 798 milioni di lire solo in Italia, ad un soffio dalla pellicola Belle ma povere. E’ ovvio che, con gli incassi in territorio americano, il film in questione superi abbondantemente l’opera di Risi. Rimane comunque una grande interpretazione di Rascel, in un vero e proprio inno alla città eterna. Curiosità: in entrambi i film c’è Marisa Allasio, sex symbol italiano del periodo.
1958: I soliti ignoti- di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Tiberio Murgia, Claudia Cardinale, Carlo Pisacane e Totò. La migliore commedia all’italiana di sempre. Un bel ritmo, piccole annotazioni gustose e una serie di personaggi sbozzati alla perfezione e che sono entrati a far parte della nostra memoria collettiva. Quasi un miliardo di lire di incassi e nomination all’Oscar come miglior film straniero. Con due seguiti.
1959: La Grande Guerra- di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Silvana Mangano e Romolo Valli. Confezione di gran classe, numerose figurine memorabili: la prostituta Costantina della Mangano; l’umano tenente Gallina di Romolo Valli. E a tener le redini di tutto, i due protagonisti, Gassman e Sordi, più esuberante il primo, più pacato il secondo. Kolossal sulla prima guerra mondiale, di grande efficacia: uno dei capolavori assoluti del nostro cinema. Leone d’oro al festival di Venezia, 1 miliardo e mezzo di incassi.