Ivan Zorico (353)
Qualche giorno fa ho riascoltato (con piacere) una canzone del 2014 – “I got u” – di Duke Dumont ft. Jax Jones. Una canzone molto leggera, dal sound ammiccante e con un ritornello facilmente replicabile, il cui video rimanda ad ambientazioni puramente estive e a situazioni di estremo relax.
Frutta fresca, cocktail e piscine: il tutto in un paradiso terrestre. Mare incontaminato, paesaggi mozzafiato e animali esotici. E ancora feste sulla spiaggia, gite in barca e tanto divertimento. Sino ad arrivare all’immancabile flirt del protagonista con una bella ragazza.
Insomma, in questo video ci sono tutti gli ingredienti che fanno diventare una semplice canzone, un vero e proprio tormentone. E le 172.126.714 view raggiunte, non fanno che confermare quanto detto.
Ma quello che però più mi ha colpito di questo video, è che nulla di quanto vissuto dal protagonista fosse realmente vero. Nelle scene iniziali infatti lo si vede trepidante, dietro la finestra, in attesa di ricevere un prodotto (immaginiamo) precedentemente ordinato; il tutto in uno scenario non proprio estivo, ma anzi dove la pioggia ed il freddo vanno a braccetto. Ed ecco che tutt’un tratto il campanello suona e gli viene consegnato un pacco con all’interno un casco capace di far vivere, una volta indossato, una realtà virtuale. Così il nostro protagonista viene magicamente trasportato in tutto quello che abbiamo appena raccontato. Ossia un’esperienza unica, ma non vera.
La riflessione che può venire immediatamente fuori, potrebbe essere abbastanza scontata: le nuove tecnologie alterano la realtà. O per come la direbbe mia madre: “dove andremo a finire…”. Qualsiasi innovazione si porta con sé una serie di commenti e riflessioni apocalittiche, questo è normale. Se ci pensate è accaduto (e ancora accade) con il mezzo televisivo e, più in generale, con tutti i mezzi di comunicazione di massa. Infatti anche chi guarda la televisione, e le storie che in essa vengono raccontate, cerca l’evasione; anche chi guarda un film lo fa per avere la possibilità di vivere storie incredibili; ed anche chi guarda una banale serie televisiva, inconsciamente lo fa perché in fondo crede che la fiction sia meglio della (sua) vita reale.
Quindi se l’evoluzione che ci aspetta sarà quella raccontata dal video, ben venga. Anche perché, proprio ora, mentre sto scrivendo queste righe, sto vivendo una situazione analoga a quella del giovane protagonista del video: pioggia inarrestabile e, per fortuna, non fa così freddo. Bene, ora avrei proprio voglia di indossare quel casco ed evadere un po’, per poi tornare ad una realtà che non è che mi dispiaccia così tanto, anzi.
Pertanto, alla fine, cosa c’è di male?