Parte oggi l’edizione 2021 del Reinventing Non Profit, due giorni di confronto e alta formazione dedicati ai professionisti del mondo Non Profit. L’iniziativa, promossa dall’agenzia di consulenza e comunicazione specializzata nel Terzo Settore Atlantis Company, è in programma, appunto, il 7 e 8 ottobre al Palazzo delle Stelline di Milano (Corso Magenta 61).
L’obiettivo dell’evento è quello di raccogliere le idee e mettere a sistema le migliori competenze per restituire al mondo la speranza di un futuro migliore dopo un anno profondamente segnato da crisi ambientali, umanitarie, sociali e sanitarie.
Il Reinventing Non Profit offre ai partecipanti ampia scelta per formarsi e aggiornarsi sui temi più pressanti e le ultime tendenze di settore. Previsti più di 25 momenti di approfondimento e oltre 60 relatori d’eccezione, tra accademici, esperti del mondo profit e non profit e ospiti speciali. Tra i relatori anche il creativo Paolo Iabichino, firma di numerose campagne di comunicazione di successo; Fausto Colombo, docente dell’università Cattolica del Sacro Cuore; Massimo Ciampa, segretario generale di Mediafriends Onlus; Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore e Roberto Natale, Responsabilità Sociale RAI. In programma anche momenti di intrattenimento, come una speciale performance della scrittrice, attrice e ambasciatrice AISM Antonella Ferrari, che a Sanremo 2021 ha emozionato tutti con un monologo sulla sclerosi multipla, con cui convive da anni.
Proprio per avere qualche anticipazione sui temi trattati nell’evento, ed avere un punto di vista privilegiato sull’odierno settore del non profit, abbiamo intervistato Francesco Quistelli, fondatore Reinventing non profit e CEO di Atlantis Company.
Come ha reagito, o sta ancora reagendo, il settore del no profit al lungo periodo pandemico che stiamo vivendo?
Il settore del non profit ha reagito, come tutte le aziende e le organizzazioni che hanno subito questa pandemia, mantenendo le proprie caratteristiche: quelle di un settore che da sempre fa della scarsità delle risorse un tratto distintivo. Quindi, forse, meglio di altri è riuscito ad affrontare la pandemia e a trovare nuove dinamiche di collaborazione interna e di relazione con i propri donatori. Ad esempio, attraverso il potenziamento di tutte le attività digitali e di tutto lo smart working e lavoro agile.
Quanto le tecnologie digitali hanno aiutato (se lo hanno fatto) questo settore durante la pandemia? E come?
Le tecnologie digitali hanno aiutato tantissimo, soprattutto le organizzazioni che erano già proiettate verso il digitale, che già utilizzavano strumenti digitali per interagire con i propri donatori e sostenitori. Queste organizzazioni hanno avuto la possibilità, e la necessità, di potenziare ulteriormente tali strumenti dalle piattaforme digitali, alle DEM, ai contatti telefonici. Si è rivelata una grande opportunità per attivare nuovi punti di contatto e migliorare, se vogliamo, le relazioni con i propri donatori. Non dimentichiamo però che il contatto personale rimane fondamentale. Speriamo che l’unione di questi due fattori, il poter ritornare a vedersi in presenza insieme al potenziamento di tutti i touch point digitali attivati durante la pandemia, creino un meccanismo virtuoso che consenta alle organizzazioni di comunicare meglio verso i propri donatori e stakeholder e di creare relazioni ancora più stabili e di fiducia.
Qual è la sua percezione per il prossimo futuro? Di cosa avrebbe bisogno il no profit: nuove professionalità, maggiore attenzione dalle istituzioni, altro?
Sicuramente il non profit in futuro, ma anche nel presente, ha bisogno della fiducia delle persone e della loro sensibilità rispetto alle cause sociali delle quali si occupa. E per fare questo c’è bisogno di creare una relazione sempre più forte e convinta con tutti gli stakeholder. Per questo le risorse umane all’interno delle organizzazioni non profit e le competenze sono il vero centro pulsante dell’innovazione e possono essere quel motore che crea un meccanismo virtuoso capace di mettere in moto tutti i processi d’innovazione indispensabili e necessari per rispondere alle sfide del futuro. Guardando al futuro, potenziare sempre di più il digitale e tutte le attività ad esso connesse è un fattore chiave. Ma è fondamentale anche avere competenze interne sempre più preparate e sempre più capaci di rispondere alle esigenze del periodo che stiamo vivendo.
Qual è l’obiettivo dell’edizione 2021 del Reinventing?
Il principale obiettivo dell’edizione 2021 di Reinventing è quello di mettere in moto nuove idee, di consentire alle organizzazioni non profit di trovare nuovi stimoli e di accendere quelle scintille di innovazione che permettono alle organizzazioni di essere sempre più capaci, efficaci ed efficienti rispetto le cause sociali delle quali si occupano. Con Reinventing vogliamo coinvolgere il maggior numero di persone, offrire nuovi strumenti, nuove idee, nuove opportunità di crescita a tutte le organizzazioni non profit e a tutto il Terzo Settore.
Per consultare il programma e iscriversi: https://www.reinventingnonprofit.it/
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