Simona De Bartolomeo (108)
Il 19 gennaio scorso scompare un’icona del cinema italiano, il regista e sceneggiatore Ettore Scola, lasciando a noi una lunga serie di film, ritratti di personaggi spesso inadeguati alla vita, alla ricerca di riscatto, colmi di malinconia e di verità.
Il suo esordio alla regia è con “Se permettete, parliamo di donne”, film a episodi del 1964, con protagonista Vittorio Gassman alle prese con diverse tipologie di personaggi femminili.
La sua carriera continua con una serie di capolavori come “C’eravamo tanto amati”, “La terrazza”, “La famiglia”, “La cena”, passando per “Splendor”, “Che ora è” e “Il viaggio di Capitan Fracassa”, con Massimo Troisi, attore cui era fortemente legato da un rapporto di amicizia, fino a “Che strano chiamarsi Federico – Scola racconta Fellini”, sua ultima opera, un documentario dedicato al maestro del cinema italiano, Federico Fellini.
Tra queste numerose perle del nostro cinema, su una vorrei soffermarmi: “Una giornata particolare”, pellicola del 1977 dove Ettore Scola fu anche autore della sceneggiatura, scritta con il contributo di Ruggero Maccari e di Maurizio Costanzo. Protagonisti assoluti gli indimenticabili Marcello Mastroianni e Sophia Loren, in una storia che si muove esclusivamente nel condominio dove loro vivono, senza altre location, caratteristica tipica della regia di Scola.
Una giornata particolare è il 6 maggio del 1938, particolare perché Hitler arriva in visita in Italia e la capitale lo accoglie con una parata militare. Certamente non è questo che rende particolare questo giorno per Antonietta e Gabriele: la prima, moglie devota e amante del fascismo e dei suoi ideali; il secondo, ex speaker radiofonico, omosessuale, non proprio in sintonia con la politica di Mussolini.
Il loro fortuito incontro è l’incontro di due anime sensibili, infelici, entrambe alla ricerca di qualcosa che non hanno, molto diversi per cultura e stile di vita, ma accomunati dalla solitudine che proviene dall’essere relegati al di fuori di quella società così fieramente mussoliniana. Due vittime della forza che non hanno, la forza che non ha Antonietta di ribellarsi a quel marito infedele e rozzo, e la forza che manca a Gabriele di poter continuare ad avere il suo amore e il suo lavoro, nonostante le discriminazioni.
Nel giro di un solo giorno i due protagonisti imparano a conoscersi, cercano di comprendere i loro mondi così distanti e presto si avvicinano, così tanto da sentirsi compresi, consolati, quasi simili, fino a scoprirsi del tutto nella memorabile scena della terrazza, un capolavoro di recitazione e regia.
Ormai messi a nudo, Antonietta e Gabriele possono sentirsi liberi di trovare nell’altro, l’affetto e la dolcezza di cui hanno bisogno e quel calore umano che, alla fine, riescono a darsi fisicamente, in un rapporto strano e triste, per poi dividersi e tornare alla realtà, sempre soli, ma molto cambiati.
Il film è accompagnato dal tappeto musicale di Armando Trovajoli e dal costante sottofondo radiofonico che commenta la parata, una radiocronaca così incessante da diventare troppo ingombrante nell’incontro tra i due.
La grandezza dell’opera è stata confermata dai premi ricevuti, come il Golden Globe come Miglior film straniero e due nomination all’Oscar per il Miglior film straniero e per il Miglior attore a Marcello Mastroianni, interprete che Scola amava tantissimo.
Il legame del regista con questo film è evidenziato dal fatto che diciotto anni dopo, nel 1995, abbia girato nello stesso stabile il film “Romanzo di un giovane povero”.
“Una giornata particolare” è ben impresso nei ricordi anche di Sophia Loren, che all’inizio delle riprese si dimostrò molto scettica, per via dell’aspetto trascurato e del carattere sottomesso che avrebbe dovuto avere, ma nel giro di poco Ettore Scola riuscì a farle cambiare idea e a farle realizzare una delle sue migliori performance attoriali.
Con una sola location e due protagonisti che da “soli” reggono tutto il film, Ettore Scola riuscì a rappresentare sul grande schermo un periodo così buio della nostra storia e una tematica forte come quella della discriminazione e della mancanza di cultura, che condanna il popolo a farsi sottomettere facilmente.
Scola ci ha lasciato, attraverso tutte le sue opere, il suo modo unico e poetico di raccontare il nostro paese e le sue contraddizioni, sperando possa essere colto ed utilizzato come modello per ispirare gli attuali ed i futuri registi italiani.