Verba volant, screenshot manent: la comunicazione politica sui social media.

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Social e reti sociali

I mezzi di comunicazione di massa hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella comunicazione politica, ma i social media hanno segnato una vera e propria svolta.

Mentre tv, giornali e mezzi classici permettevano quella che viene definita la one-way communication, ovvero la comunicazione unidirezionale, il web 2.0 ha cambiato le cose e ha permesso la comunicazione bidirezionale, aperta, diretta, paritaria, partecipativa.

L’interazione con gli elettori cambia, e questo non in tutti i casi è un bene; non se ai social viene dato un peso minore rispetto ad altri mezzi di comunicazione, come purtroppo spesso avviene. La comunicazione sui social media è solitamente molto più impulsiva, le parole su Facebook e Twitter vengono pesate nella maggior parte dei casi molto meno rispetto ad altri contesti (da chi scrive ma non da chi legge) e, come spesso notiamo, le gaffe sono sempre dietro l’angolo e si trasformano presto in meme, hashtag derisori e in opportunità per denigrare o evidenziare incongruenze nel tempo.

Verba volant, scripta manent e gli screenshot possono diventare pericolosissimi.
A nulla serve eliminare post e tweet. La rete difficilmente dimentica, ma non dimentichiamo che la rete siamo noi: gli elettori.

Qualcuno potrebbe obiettare, quindi, che i social media sono pericolosi, che è meglio non utilizzarli, che il popolo del web sa sempre come strumentalizzare i contenuti e rivoltarli contro; ma non avere una presenza attiva sul web oggi significherebbe rinunciare ad interagire con milioni di persone in tempo reale e per lo più a basso costo. Sarebbe stupido e se ne pagherebbero le conseguenze. D’altronde già gli Stati Uniti, con  il grande esempio della campagna elettorale di Obama, ci hanno mostrato la potenza del web e la lezione è presto fatta: “Non puoi ignorare la rete, non puoi sottovalutarla, utilizza internet in modo sapiente, promuovi il dialogo, coinvolgi, fai storytelling, ascolta, comunica e fallo bene”. La rete per Obama è stata fondamentale, sia nel 2008 che nel 2012, il coinvolgimento attivo dei sostenitori imprescindibile, la strategia di comunicazione impeccabile. Si è parlato persino di “social media election”.

Mezzi come Facebook e Twitter permettono di parlare direttamente agli elettori e di farlo quotidianamente, più volte al giorno, in modo immediato e semplice. Questo è un plus enorme. Chi è in grado di comunicare bene, magari con l’aiuto di professionisti del settore, può ottenere  pubblicità gratuita sul web, quella che viene chiamata “viralità”, facilitata da funzionalità come il “condividi” di Facebook o il “retweet” di Twitter. La condivisione è l’arma segreta della comunicazione online, ma per ottenerla bisogna sapersela guadagnare, bisogna saper ottenere consensi che si moltiplicheranno.Social media e comunicazione politica

Altro fondamentale punto di forza offerto dal web è l’ascolto, che non a caso sta alla base di ogni campagna di comunicazione. Tutto comincia dall’audit: in questo caso l’ascolto dell’opinione pubblica è fondamentale sia per la creazione della strategia comunicativa che per i feedback  in tempo reale sulle varie tematiche. Essere in grado di ascoltare e monitorare l’opinione pubblica giorno dopo giorno aiuta decisamente anche nella scelta dei passi successivi o delle dichiarazioni future.

Sul web è molto semplice analizzare il sentiment rispetto a un tema, esistono anche diversi strumenti e piattaforme specifiche che permettono di farlo in modo quasi automatico, ma ciò che è importante ricordare è che non stiamo parlando di origliare le conversazioni o spiare gli utenti. L’ascolto è davvero utile se partecipativo. Se parliamo di social media e agiamo sui social media non possiamo dimenticare la regola fondamentale di questi mezzi, ciò su cui si fondano, ovvero il dialogo. Obama e il suo staff riuscirono ad intercettare le nicchie, ad ascoltarle e ad instaurare un dialogo, una comunicazione bidirezionale, perfettamente in linea con il web 2.0 e con i tempi moderni.

Morale della favola: i nuovi media sono anche in politica degli alleati preziosi ma bisogna saperli utilizzare nel modo corretto, all’interno di una strategia ben studiata e soprattutto seguendo le loro regole. Un post sui social media non è un comizio né si può pretendere di utilizzare Facebook e Twitter semplicemente come fossero un microfono.

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