Viaggiare 2.0 – Come internet ha cambiato il modo di fare vacanza

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Jessica Palese (23)

Laureata in Marketing presso l’Università degli Studi di Bari dove ha conseguito anche la laurea in Scienze della Comunicazione, ha frequentato il Master in Social Media Marketing and Community Management. Appassionata di letteratura, arte e comunicazione digitale, ha svolto un tirocinio presso un quotidiano e attualmente collabora con alcuni magazine online per la redazione di notizie.

 

“Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.” Con queste parole Luis Sepúlveda (http://it.wikipedia.org/wiki/Luis_Sep%C3%BAlveda) ha decantato l’arte del viaggio.

turismo20Nato per lo scambio di merci, idee, conoscenze e culture, nel corso dei secoli si è trasformato in impresa di conquista e di esplorazione. Nel Novecento il viaggio (http://it.wikipedia.org/wiki/Viaggio) brand è diventato “trip”, percorso avventuroso di giovani irrequieti che giravano il mondo con pochi soldi in tasca. Solo negli anni ‘60 si è sviluppato il concetto di turismo e il viaggio è diventato villeggiatura o itinerario di intrattenimento. Dagli anni ‘80 in poi, con la crescita del livello medio di istruzione e del reddito pro capite, è emersa la necessità di pianificare il viaggio da soli, scegliendo in autonomia luoghi e servizi. Nel Duemila, con l’avvento di internet hanno iniziato a diffondersi la cultura del fai da te, del low cost e dell’informazione condivisa. Oggi, consigli e suggerimenti passano attraverso i siti, i blog e i social network, alzando barriere di entrata a chi non investe in innovazione di prodotto e di processo.

Ormai, ci si affida sempre meno alle agenzie tradizionali e il booking online conquista fette di mercato sempre più importanti. Il viaggiatore non è disposto a rinunciare a personalizzazione, sicurezza e risparmio. Prima di partire per la propria meta si documenta, chiede informazioni, discute nei forum, cerca pareri di altri viaggiatori che indirizzano la domanda verso le destinazioni e le offerte meglio recensite. Anche le community dei social network assumono un ruolo chiave nell’organizzazione dei viaggi perché riescono a comunicare in maniera spontanea ed efficace esperienze gratificanti.

Tra i più autorevoli studi effettuati sui viaggi nell’era digitale, The 2013 Traveler Google (http://www.thinkwithgoogle.com/research-studies/2013-traveler.html) è il report elaborato dal colosso di Mountain View per capire come sia cambiato il modo in cui le persone programmano le loro vacanze o le loro trasferte di lavoro. L’indagine è stata condotta fra 5.000 consumatori americani di età compresa fra i 21 e i 54 anni.

Chi viaggia per piacere cerca ispirazione online. il 68% inizia la ricerca online prima di aver scelto la destinazione, il 49% vorrebbe viaggiare più spesso con la propria famiglia e il 42% preferisce servirsi di tablet o smartphone per smark1reperire informazioni. Coloro che viaggiano per lavoro danno priorità ai siti dei brand (http://it.wikipedia.org/wiki/Marca_%28marketing%29) che ispirano maggior fiducia, piuttosto che al prezzo e alla convenienza. Sembrano anche prestare più attenzione ai programmi fedeltà proposti da hotel e compagnie aeree.

Il canale principale per la scelta della meta resta sempre Internet, ma fra i viaggiatori leisure rimangono importanti i consigli di amici, parenti e colleghi di lavoro. I siti di recensioni online occupano, rispettivamente, la sesta e la settima posizione fra le attività preferite sia dai viaggiatori leisure che business.

Internet sembra essere un elemento imprescindibile per la pianificazione del viaggio e il pubblico sempre più esigente richiede un’alta qualità dei servizi offerti sia dai siti di booking che dalle strutture alberghiere. Le community rivestono un ruolo sempre più importante per la condivisione del racconto, arrivando a coinvolgere e conquistare i lettori attraverso l’esperienza emozionale.

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