La Giornata della Memoria di questo 2025 cade a 80 anni esatti dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico, avvenuta alle otto del mattino del 27 gennaio 1945. Questa data è stata designata come Giornata della Memoria dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, adottata il 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria.
Ma perché, qualcuno potrebbe chiedersi, è importante ricordare ancora un evento accaduto 80 anni fa?
Le ragioni sono molteplici. Da una parte, assistiamo all’affermazione delle destre ed estreme destre non solo in Europa, ma anche oltreoceano, come dimostra la recente vittoria di Trump. Le disuguaglianze sociali, sempre più evidenti, stanno dividendo animi, persone e interi stati, alimentando un populismo di ritorno che si rivela sempre più smaccatamente di destra.
Ci sono poi ragioni anagrafiche: i testimoni diretti della Shoah sono sempre meno. I sopravvissuti ancora vivi oggi erano bambini all’epoca dei fatti. Questo pone il rischio che, una volta scomparsi, si possa mettere in dubbio che tali orrori siano realmente accaduti.
Non è una paura infondata: i movimenti revisionisti e negazionisti della Shoah e degli orrori del nazismo non sono mai mancati. Negli ultimi 20 anni, il web e i social network hanno amplificato un odio che già serpeggiava all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Infine, la guerra in Medio Oriente, che contrappone palestinesi e israeliani, alimenta un’antipatia antisemita sempre più diffusa.
Ricordare ciò che gli ebrei – e non solo loro – hanno subito è, se possibile, oggi ancora più importante e necessario.
Noi di Smart Marketing siamo sempre stati attenti nel commemorare la Giornata della Memoria. Nel 2015 abbiamo dedicato un intero numero all’argomento e negli anni successivi abbiamo riproposto articoli e post per mantenere alta l’attenzione, l’emozione e il ricordo.
Quest’anno vi proponiamo di rileggere 6 contenuti che abbiamo selezionato tra quelli che meglio ci aiutano a non dimenticare:
Il sottoscritto vi racconta quello che molti critici definiscono il film definitivo sulla Shoah: Schindler’s List (1993), diretto da Steven Spielberg, vincitore di 7 Oscar e con un cast in stato di grazia.
Ivan Zorico, direttore editoriale, approfondisce il tema della comunicazione e propaganda, spiegando con esempi storici e contemporanei come, parafrasando Eschilo, “la prima vittima di un regime non sia mai una persona, ma la verità”.
Domenico Palattella, critico cinematografico ed esperto di cinema italiano, esplora la memoria del cinema italiano e i film dedicati alla Shoah, offrendo una panoramica completa e approfondita.
Armando De Vincentiis, psicoterapeuta e divulgatore scientifico, da par suo, analizza le similitudini tra nazismo, ideologia e stati alterati di coscienza in un articolo denso e illuminante.
Simona De Bartolomeo, critica cinematografica ed esperta di serie TV, svela la magia dietro La vita è bella (1997), il capolavoro italiano sulla Shoah vincitore di tre Oscar.
Infine, Maddalena D’Amicis, esperta di musica, racconta il sorprendente intreccio tra musica e Shoah, costruendo una playlist di brani che aiutano a mantenere viva la memoria.
Nel clima contemporaneo, avvelenato dalla guerra nella Striscia di Gaza, che confonde le carte tra carnefici e vittime, ricordare e comprendere ciò che accadde 80 anni fa agli ebrei è ancora più importante. Non solo la storia può ripetersi, ma è solo per caso, un fortuito caso, che in quei campi di sterminio non ci fossimo noi o i nostri cari.