In questi mesi, alla classica domanda “Come va?” mi capita spesso di rispondere non con il classico “Bene, grazie”, ma con un più sentito “Mi difendo”.
Questo anno e mezzo di pandemia ci ha profondamente segnato su più livelli, e questo è indubbio. In questo senso riflettevo (e probabilmente non sono l’unico) sul fatto di quanto la percezione del tempo passato vada ben oltre i 18 mesi trascorsi sin qui: non so voi, ma sento “il peso” di aver vissuto qualcosa come almeno 3 o 5 anni. Si diceva qualche tempo fa (ed ero tra questi) che i riflessi della pandemia si sarebbero visti nei mesi a venire e, probabilmente, ora stiamo vedendo più chiaramente i primi effetti.
Siamo tutti un po’ più stanchi, stressati, acciaccati, magari abbiamo preso qualche chilo e trascurato un po’ la nostra salute, dormiamo male; abbiamo voglia di cose belle, di stare all’aria aperta, di riprendere contatto con noi stessi, di prenderci cura del nostro corpo, di vivere pienamente il tempo a disposizione, e via così. Insomma abbiamo voglia e bisogno di buona vita, di stare bene.
Se leggete tra le righe, ognuno dei bisogni elencati ha una sua risposta merceologica.
E sappiamo che dove c’è un bisogno, ossia una domanda, c’è un’offerta che si propone di soddisfarla.
Scopri il nuovo numero: “Wellness economy”
Il settore legato al benessere della persona è esploso negli ultimi anni abbracciando ben più di un mercato: alimentazione, dispositivi tecnologici, editoria, medicina, stili di vita, abbigliamento e molti altri. Il wellness, insomma, è un settore da tenere in estrema considerazione.
È la wellness economy: integratori alimentari, alimentazione, viaggi, corsi, palestre, piscine, cure, massaggi, intrattenimento, tecnologia al servizio del benessere della persona, cosmetica, editoria, sono solo alcuni dei settori potenzialmente impattati nei prossimi tempi.
Si tratta di un mercato enorme.
Nell’ultima rilevazione del Global Wellness Institute, relativa al valore dell’economia del benessere, è stato stimato che la wellness economy vale 4,5 trilioni di dollari. Un mercato che, come detto, va ben oltre al vecchio immaginario che lo voleva relegato al solo mondo dell’attività sportiva. C’è infatti molto di più: il turismo, la cosmesi, la cura della persona e dell’alimentazione, la salute fisica e mentale.
Se leggete tra le righe, sono tutti aspetti che ci sono mancati in questo lungo periodo.
Sarà probabilmente anche per questo motivo che la wellness economy diventerà sempre più interessante da seguire e sarà in grado di generare anche importanti ricadute occupazionali.
Intanto, se dovessi guardare all’esperienza personale (che ovviamente non fa statistica), solo nell’ultima settimana ho acquistato un paio di scarpe da running, un pantaloncino, due canotte e sto valutando l’acquisto di uno smart watch per monitorare la qualità del mio esercizio fisico e non solo. Insomma sono completamente immerso nella wellness economy. D’altronde mi piace considerarmi una persona di parola; per cui se alla domanda “Come stai?” rispondo “Mi difendo”, devo fare pur qualcosa per avvalorarlo.
Ivan Zorico
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